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                          | Il  Sarrabus, questo è il nome di questa zona dell'isola, comprende diversi  chilometri coste, dolci colline e montagne selvagge ricche di  vegetazione ed offre infinite opportunità per chi ama la natura,  l'escursionismo, il mare, la storia e la cultura della Sardegna. |  
                          | La zona è ricca di leccete e ginepri,  corbezzoli e filiree. Nelle  campagne si possono raccogliere asparagi selvatici e funghi di specie  prelibata, come il  Pleurotus eryngii, molto ricercato ed apprezzato per il suo ottimo valore commerciale fin dall'antichità. |  
                          | È abbondante la fauna: pernici, uccelli acquatici, lepri,  conigli e due specie di cinghiali, quello tipico sardo ed il  "fromigazu" più piccolo, tondo e con criniera ispida. |  
                          | Una nota particolare merita l'eno-gastronomia: i culirgionis, is  malloreddus, gli arrosti di carne e di pesce, i vini, i dolci tipici ed i dolcissimi agrumi sono tra gli elementi tipici dell'ottima cucina locale. |  
                          | Porto  Corallo, la spiaggia di Murtas, il Castello di Quirra, la chiesa  romanica di S. Nicola e le montagne che circondano tutto il territorio  sono alcuni dei luoghi più caratteristici della zona. |  
                          | Meritano di essere visitati anche i depositi fossiliferi di calcare del  periodo Siluriano e le discariche delle miniere di Gibas e S' Acqua  Arrubia, attive nei primi anni di questo secolo per la coltivazione di  argento e galena argentifera. Non mancano le grotte (Castello di Quirra  e Buddidroxia), visto il territorio particolarmente ricco di acque.  Oltre il Flumendosa  ricordiamo il fiume Quirra, Rio Corre 'e Scerbu, la cascata Is  Paulatzas, gli stagni La Playa e Su Stainu Quirra. Il versante del mare  offre splendide spiagge e pesci abbondanti per chi ama la pesca. |  
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                          | Villaputzu e il Sarrabus sono considerati la patria delle Launeddas, in quanto, tra i suoi concittadini, ha annoverato i maggiori maestri del passato di tale strumento (Efisio Melis, Antonio Lara, Aurelio Porcu ecc.). Ancora oggi può vantare giovani ma valenti suonatori (Giancarlo Seu, Andrea Pisu, Gianfranco Maxia). Importante centro agricolo, Villaputzu fu già frequentata in età  nuragica, della quale nel territorio restano diversi reperti. La  tradizione dice che Villaputzu si trovava anticamente in quel sito che  chiamano Santa Maria. Vi si trovava una chiesetta rurale ancora  funzionale nei primi decenni del 1600.  Premuto dalle incursioni arabe anteriori al Mille, arretrò nel sito  attuale, più nascosto al mare, costruendovi la nuova chiesa che, per  essere più piccola di quella antica, fu chiamata Santa Mariedda. È  tuttora chiamato con questo nome un quartiere del paese. Il documento  più antico che attesta questo spostamento del paese risale al 29 giugno 1120,  dove si parla della concessione fatta dal Giudice di Cagliari al Duomo  di San Lorenzo di Genova della "Corte di Sancta Victoria de  Villapupia". I documenti successivi lo chiamano Villa Pupus, Pupussi,  Pupusti, Pupuci, Putzi, come lo si sente ancora chiamare spesso  popolarmente. All'estremità settentrionale del territorio comunale, in  località "Torre Murtas" si individuano i resti di un villaggio  risalente al Neolitico recente (III millennio a.c.) con domus de janas.  I fenici stabilirono presso l'estuario del Flumendosa un insediamento di carattere commerciale fin dal 600 a.c. denominato  Sarcapos - Saipru Potamu ekbolai (foci del fiume Sepro - Stazione di  Sarcapos). Sul rialto di Santa Maria (28 m.s.l.) si può individuare  l'acropoli di Sarcapos, scoperta nel 1966 da F. Barreca, munita di un tempio fortezza fenicio-punica. Le  ceramiche rinvenute dimostrano il carattere commerciale del centro  anche durante il dominio romano. |  
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                          | Fonte: Wikipedia |  
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